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Nel corso dell’ultimo decennio, la generazione degli architetti emergenti si è interrogata sulla questione della rappresentazione dell’architettura, contrapponendo al rendering fotorealistico un genere di figurazione basato sull’impiego di procedure compositive provenienti dalle arti figurative quali il collage, il montaggio e l’assemblaggio. Tra gli esponenti di questa generazione, False Mirror Office tenta di fare dell’assemblaggio un procedimento creativo per il progetto di architettura, dove ossessioni giovanili, citazioni dei maestri, retaggi della cultura popolare contemporanea e forme di invenzione collidono senza nascondersi. False Mirror Office guarda alla genealogia dell’assemblaggio in architettura attraverso la riscoperta di una delle sue declinazioni più compiute: gli esperimenti realizzati tra il 1968 e l’inizio degli anni Settanta dal gruppo di architetti fiorentini UFO, composto da Carlo Bachi, Lapo Binazzi, Patrizia Cammeo, Riccardo Foresi, e Vittorio Maschietto. Attraverso disegni, documenti d’archivio e interviste ad alcuni membri di UFO, False Mirror Office analizza gli assemblaggi di UFO, ne delinea le origini e ne ripercorre l’evoluzione, dalla serie Urboeffimeri all’allestimento per la discoteca Bamba Issa. La riscoperta degli assemblaggi di UFO vuole essere anche l’occasione per stabilire un dialogo con alcuni progetti di False Mirror Office, al fine di ribadire l’attualità dell’assemblaggio come procedimento creativo per l’architettura contemporanea.